Cosa significa Anoressizzante?
L'aggettivo anoressizzante viene attribuito a qualsiasi sostanza capace di spegnere lo stimolo dell'appetito. La potenziale utilità di questi farmaci antifame nel trattamento dell'obesità è un tema particolarmente delicato e dibattuto, oggetto - negli anni - di crescenti limitazioni e divieti.
Gli anoressizzanti utilizzati in terapia sono in gran parte farmaci ad azione centrale che, attraverso il potenziamento dell'attività dopaminergica, adrenergica e serotoninergica, stimolano il centro della sazietà e/o inibiscono quello della fame.
Tra i farmaci anoressizzanti non troviamo soltanto i derivati amfetaminici, che esercitano la propria azione stimolando il rilascio di catecolamine o attivandone i recettori, ma anche antidepressivi di uso comune.
Questi farmaci agiscono bloccando il riassorbimento di noradrenalina, dopamina e serotonina a livello delle sinapsi del sistema nervoso centrale, potenziandone il segnale.
Tra tutti, sono soprattutto i cosiddetti farmaci serotoninergici ad essere studiati ed impiegati come anoressizzanti; la serotonina, infatti, è capace non solo di promuovere il buon umore e la tranquillità, ma anche di diminuire l'assunzione di cibo. In riferimento a quest'ultimo punto, si ritiene che la serotonina determini un'insorgenza precoce del segnale di sazietà, riduca l'appetibilità del cibo e la quantità totale di alimenti ingeriti, riduca l'ingestione dei carboidrati ed aumenti l'ingestione delle proteine senza incidere sull'assunzione dei grassi e sulla frequenza dei pasti.
Rispetto ai derivati amfetaminici, che esplicano il proprio effetto dimagrante anche attraverso la stimolazione generalizzata del metabolismo corporeo (maggior dispendio energetico), i farmaci serotoninergici non espletano tale effetto e sono pertanto relativamente scevri da effetti collaterali come ansia, tremori, sudorazione, tachicardia ecc. I farmaci serotoninergici maggiormente utilizzanti per l'attività anoressizzante sono la fenfluramina e la dexfenfluramina, banditi già nel lontano 1997 per gravi effetti collaterali, come ipertensione polmonare e alterazione delle valvole cardiache. Fluoxetina e Sertralina sono invece farmaci ad effetto anoressizzante più contenuto e a breve termine, utilizzati in terapia primariamente come antidepressivi.
La Fluoxetina è fondamentalmente utilizzata nel trattamento della depressione, per poter contrastare efficacemente i disturbi ossessivi e compulsivi, come pure per trattare attacchi di panico e anche alcuni disturbi legati al comportamento alimentare.
Oltre a ciò la fluoxetina è anche usata al fine di poter alleviare i sintomi del disturbo disforico premestruale, tra cui sbalzi d’umore, irritabilità, gonfiore e tensione mammaria. La fluoxetina appartiene, quindi, ad una classe di farmaci chiamati inibitori della ricaptazione della serotonina e agisce aumentando la quantità di serotonina, che è una sostanza naturale del cervello che aiuta a mantenere l’equilibrio mentale.
In generale la Fluoxetina può essere assunta a prescindere se si ha mangiato o meno, e può essere sia sotto forma di compresse e sia di capsule da prendere per via orale. In linea di massima si dovrebbe assumere la fluoxetina una o due volte al giorno. Ovviamente la persona che potrà fornire le migliori indicazioni riguardanti il suo impiego e la sua eventuale posologia è il proprio medico, il quale avendo un quadro generale dello stato di salute, potrà fornire ogni tipo di spiegazione e di delucidazione in merito all’utilizzo della fluoxetina.
Non per nulla il medico curante potrà, ad esempio iniziare con una dose bassa di fluoxetina e aumentarne gradualmente la dose.